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DISCLAIMER Questo articolo ha finalità esclusivamente informative e divulgative. Non sostituisce in alcun modo la consulenza legale o l’assistenza delle autorità competenti. In caso di diffusione non consensuale di immagini, ti invitiamo a rivolgerti alla Polizia postale, al Garante per la protezione dei dati personali o a un legale di fiducia.
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Agosto 2025 si è rivelato un mese cruciale nella lotta contro la violenza digitale in Italia, con due scandali che hanno scosso l’opinione pubblica: il gruppo Facebook "Mia Moglie" e il forum Phica.eu. Questi spazi online, nati con la scusa di una presunta "goliardata", si sono trasformati in palcoscenici di abusi, dove foto di donne (spesso rubate dai social e modificate e condivise senza consenso), venivano esposte a commenti sessisti, volgari e, in alcuni casi, apertamente violenti. Dietro queste piattaforme si nasconde una realtà più ampia: una cultura patriarcale che continua a trattare i corpi delle donne come merce, amplificata dalla facilità del web. Ma cosa è successo esattamente? E, soprattutto, cosa si può fare se ci si trova coinvolti?
I due scandali a confronto
Il caso "Mia Moglie" è esploso a metà Agosto, quando un gruppo Facebook con oltre 30.000 iscritti è stato chiuso da Meta il 20 per violazione delle policy contro lo sfruttamento sessuale. Qui, "uomini" pubblicavano immagini intime di mogli, fidanzate o conoscenti ignare, accompagnandole a frasi che spaziavano dall’ironia pesante a veri e propri incitamenti alla violenza. La scoperta ha scatenato indignazione e migliaia di segnalazioni alla Polizia Postale, che ora indaga su possibili reati come diffamazione e revenge porn.
A seguire, l’attenzione si è spostata su Phica.eu, un forum attivo dal 2005 con circa 200.000 iscritti e milioni di visite mensili. Qui la situazione era ancora più grave: foto di donne comuni, influencer, attrici e politiche (tra cui Giorgia Meloni ed Elly Schlein), venivano rubate dai social, modificate con deepfake o decontestualizzate, e commentate con toni osceni. Il 28 agosto, sotto la pressione di denunce e indagini, i gestori hanno annunciato la chiusura, ammettendo di non aver bloccato "comportamenti tossici" in tempo. Dalle prime indagini emerge che il sito era gestito da una società bulgara, Hydra Group Eood, con un titolare italiano, e generava un fatturato di oltre un milione di euro, secondo analisi OSINT.
Le indagini della Polizia Postale, aggiornate al 30 Agosto, stanno cercando di identificare gestori e utenti attivi, con possibili perquisizioni in corso. Intanto, figure pubbliche come l'eurodeputata Alessandra Moretti, hanno denunciato pubblicamente, mentre la premier Meloni ha chiesto "giustizia senza sconti". Si parla persino di una class action contro Meta per "Mia Moglie" e di estendere le indagini a piattaforme come Telegram, dove il materiale continua a circolare.
Queste piattaforme non sono solo un attacco alla privacy, ma un vero e proprio stupro digitale. Donne come Chiara Ferragni, Bianca Berlinguer o semplici ragazze comuni si sono ritrovate esposte a umiliazioni pubbliche, con danni psicologici profondi. Molte scoprono l’accaduto per caso, magari grazie a un’amica o a una ricerca online, e il senso di violazione è devastante. Politiche e celebrità hanno un megafono per denunciare, ma per le donne comuni la paura di essere riconosciute spesso le paralizza. Eppure, il coraggio di alcune, come Martina Attili, sta ispirando altre a farsi avanti.
Il quadro legale: cosa rischia chi diffonde o commenta
Chiunque abbia condiviso o commentato su questi siti rischia conseguenze legali pesanti. In Italia, la diffusione illecita di immagini a contenuto sessualmente esplicito (art. 612-ter c.p.) prevede da 1 a 6 anni di reclusione e multe fino a 15.000 euro, punibile solo su querela della vittima entro 6 mesi. Ma ci sono aggravanti: diffamazione aggravata (fino a 3 anni), trattamento illecito di dati, stalking, minacce, istigazione a delinquere o vilipendio di cariche pubbliche, come nel caso di Meloni. Anche chi ha solo visualizzato potrebbe essere interrogato se i log del sito vengono acquisiti, e l’anonimato non è una garanzia: gli IP possono essere tracciati.
Verificare se una persona è stata coinvolta in casi di revenge porn o violazioni online può essere un processo delicato che richiede strumenti affidabili e, in alcuni casi, l'intervento di autorità o esperti. Di seguito ti elenco i siti e i sistemi utili per questa verifica. Tieni presente che la maggior parte di questi strumenti offre un supporto preliminare e che, per un’azione legale o approfondita, è sempre consigliabile rivolgersi a un avvocato o alla Polizia Postale.
Nessuno di questi siti sostituisce un’azione legale. Se trovi contenuti, contatta subito un avvocato o la Polizia Postale per una rimozione ufficiale e un’indagine. Per i minori, i genitori possono agire tramite il Garante o Meta Take It Down (ne parlo più avanti nell'articolo), ma è essenziale coinvolgere le autorità.
L'intervento della Polizia Postale è più indicato per siti non indicizzati (Forum privati o contenuti presenti nel Deep web e nel Dark web) ma l’accesso è limitato senza mandato.
Come verificare se le tue foto sono online

E' possibile effettuare una ricerca mirata sui motori di ricerca utilizzando gli operatori booleani per cercare tracce di contenuti (es. nome, nickname, o frasi specifiche) su siti sospetti.
Sintassi per cercare il tuo nome in contesti specifici
"nome cognome" "mia moglie" "nome cognome" "phica"
Per escludere eventuali risultati utilizzate la seguente sintassi:
Sintassi per ricerca di immagini intime
"nome cognome" (intimo OR privata OR sexy OR nuda)
Cerca pagine che contengono l'esatta frase "nome cognome" e almeno una delle parole tra parentesi
Sintassi per la ricerca di file in formati specifici
"nome cognome" filetype:jpg OR filetype:png OR filetype:mp4
Questa sintassi cerca file di immagini e video nei formati specificati (jpg, png, mp4) che contengono il nome e cognome specificato.
Sintassi per la ricerca su forum o siti specifici
"nome cognome" site:reddit.com
"nome cognome" site:telegram.me
Ricerca per la ricerca tramite nickname/username (non copre siti oscurati o deep web)
"tuoNickname" forum
"tuoNickname" telegram
Google Reverse Image Search (la ricerca inversa di immagini di Google) non funziona per la ricerca di soggetti:


Google Alert
Imposta Google Alerts per monitoraggio continuo. Vai su google.com/alerts e configura avvisi con il tuo nome in virgolette (es. "nome cognome"). Riceverai una mail quando nuovi contenuti appaiono online, ideale per intercettare diffusioni future su siti simili a "Mia Moglie".
Inserite il vostro nome e cognome o il vostro nickname e cliccate su Crea avviso:


Ricerca inversa (gratuita, immediata)
Questi siti non vedono contenuti protetti dietro login/aree chiuse o server che bloccano i motori di ricerca.
TinEye
TinEye è un motore di ricerca di immagini basato su tecnologia di reverse image search, sviluppato da Idee Inc., un'azienda canadese fondata nel 2008. A differenza dei motori di ricerca tradizionali che si basano su parole chiave, TinEye permette agli utenti di caricare un'immagine o inserire un URL per trovare corrispondenze esatte o simili su internet. È particolarmente utile per identificare l'origine di un'immagine, tracciare dove è stata condivisa, verificare plagi o scoprire modifiche (come ritagli o modifiche di colore). È ampiamente utilizzato da fotografi, editori, investigatori e privati per scopi di copyright, sicurezza digitale o semplice curiosità.
Basta trascinare l'immagine nel campo di ricerca e attendere i risultati:

PimEyes
Su pimeyes.com, carica una foto del tuo viso per una scansione web approfondita, inclusi siti espliciti. La versione gratuita è limitata, ma quella a pagamento offre "deep search" per contenuti sensibili:

Altri siti utili
Take It Down

Take it down è un servizio gratuito sviluppato dal National Center for Missing & Exploited Children (NCMEC) con il finanziamento di Meta, lanciato nel 2022-2023. Il sito vi aiuta a eliminare o a interrompere la condivisione online di immagini o video di nudo, di nudo parziale o di contenuti sessualmente espliciti ripresi quando avevate meno di 18 anni. Durante l’utilizzo del servizio è possibile mantenere l’anonimato e non è necessario inviare le immagini o i video a nessuno. Take it down agisce sulle piattaforme online pubbliche o non criptate che hanno accettato di partecipare.
Uno strumento che permette alle vittime di segnalare contenuti sessualmente espliciti non consensuali e verificarne la presenza sulle loro piattaforme.
Il sito si trova a questo link: https://takeitdown.ncmec.org/it/
Di seguito l'elenco delle aziende che hanno accettato di utilizzare l'elenco di hash Take it down per la scansione di immagini e video sulle loro piattaforme pubbliche o non criptate:
https://takeitdown.ncmec.org/it/partecipanti/
Sono incluse Facebook, Instagram, TikTok e OnlyFans
Ogni immagine o video riceve un valore hash univoco che lo distingue da altre immagini e video. Un valore hash è come un’impronta digitale.

Se trovi una tua foto condivisa senza consenso agire subito è fondamentale. Ecco i passi da seguire
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Non interagire con l’autore e non pagare nessuno
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Raccogli prove. Screenshot con URL, data/ora, nickname dell’account, eventuali commenti; se possibile salva la pagina web in PDF per una eventuale stampa che potrebbe essere richiesta successivamente. Non cancellare i messaggi e conserva ogni scambio utile.
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Denuncia subito: Commissariato di PS Online - Polizia Postale
Rivolgiti alla Polizia Postale o ai Carabinieri, presentando una denuncia/querela entro 6 mesi. Porta prove come screenshot o link (se ancora accessibili)
Il sito della Polizia Postale consente di denunciare episodi di revenge porn e avviare indagini che possono includere la verifica della presenza di immagini online.
Vai su www.commissariatodips.it, usa lo sportello web per segnalare il caso, fornendo dettagli e prove (screenshot, link).
Richiede una denuncia formale e non è uno strumento di ricerca autonoma.
Di seguito i contatti dei Centri Operativi per la Sicurezza Cibernetica suddivisi per regione:
https://www.commissariatodips.it/profilo/contatti/index.html
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Segnala e richiedi rimozione sulla piattaforma (Facebook, Instagram, Telegram, TikTok, ecc.)
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Segnala al Garante Privacy tramite il canale dedicato al revenge porn (utile per ottenere rimozioni rapide). Il Garante Privacy offre un modulo online per segnalare il rischio di diffusione di contenuti a carattere sessuale non consensuale. Può verificare e intervenire per bloccare tali contenuti. Basta accedere a https://servizi.gpdp.it/diritti/s/revenge-porn-scelta-auth, compila il modulo indicando le piattaforme sospette e i motivi del timore, allegando eventuali prove tramite link sicuro.
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Valuta assistenza legale da parte di un avvocato (anche per un risarcimento danni) e supporto psicologico/centro antiviolenza. Annamaria Bernardini de Pace è un legale del foro di Milano, esperta di diritto di famiglia e della persona. Sta organizzando una class action contro Meta/Facebook per assistere tutte le donne che hanno trovato proprie foto sui gruppi e siti "Mia moglie" e Phica.
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Attiva StopNCII.org per bloccare ri-caricamenti:
Se temi che immagini intime possano essere condivise, usa StopNCII.org: genera sul tuo dispositivo un hash (impronta digitale) delle immagini e lo invia ai partner (Facebook, Instagram ecc.) per bloccare caricamenti e facilitare rimozioni senza caricare la foto. È un progetto gestito dal Revenge Porn Helpline/SWGfL con il supporto di Meta e altre aziende.
L'immagine non lascia il tuo dispositivo; vengono condivise solo le impronte (hash). Il sistema è pensato per prevenire o accelerare blocchi su piattaforme aderenti: non “pulisce il web” in generale, ma è estremamente utile sui social e servizi partner.
Perché tutto questo riguarda anche i “semplici spettatori”
“Limitarsi a guardare” non è una scusa: le indagini possono tracciare IP e profili; chi inoltra, commenta, alimenta rischia responsabilità penali e civili. I casi Mia Moglie e Phica.eu mostrano come community tossiche normalizzino la violenza di genere digitalizzata e amplifichino danni psicologici e sociali reali.
Un problema culturale e istituzionale
Questi casi non sono isolati: sono la punta di un iceberg di violenza di genere online. Esperte come Silvia Semenzin sottolineano che la legge sul revenge porn (2019) non basta; servono controlli su piattaforme come Telegram e una cultura che educhi al rispetto. Il Parlamento sta discutendo misure urgenti, ma la vera sfida è cambiare il modo in cui vediamo le donne, online e offline.
La chiusura di "Mia Moglie" e Phica.eu è un passo avanti, ma non la fine. Ogni denuncia, ogni voce che si alza, è un mattone per smantellare questa piramide di violenza. Se sei una vittima, non sei sola: il tuo coraggio può fare la differenza. E se hai assistito a questi abusi, condividi questo messaggio: il silenzio non è un’opzione.
Sei hai bisogno di supporto psicologico contatta i centri antiviolenza (es. Telefono Rosa al 1522) che offrono aiuto 24 ore su 24, tutti i giorni dell'anno, per offrire aiuto e sostegno alle vittime di violenza. Puoi chiamare gratuitamente da qualsiasi telefono, sia fisso che mobile
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